Il 25 settembre 2015 i Capi di Stato e di governo di 193 paesi membri dell’ONU hanno adottato all’unanimità, in occasione del Vertice speciale sullo sviluppo sostenibile, un programma molto ambizioso intitolato «Trasformare il nostro mondo: Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile».
L’Agenda 2030 identifica 17 obiettivi, globali e planetari, e 169 obiettivi settoriali, che insieme definiscono le azioni prioritarie da condurre a livello mondiale per rispondere alle sfide individuate alla Conferenza delle Nazioni Unite di Rio de Janeiro, nel giugno 2012, sull’ambiente e lo sviluppo sostenibile (noto anche come Rio+20).
I 17 obiettivi dell’ONU (SDG) sono quindi principi non vincolanti, caratterizzati dalla loro interdipendenza e universalità. Invitano gli Stati, i governi, le imprese e la società civile a impegnarsi e prendere misure coraggiose e trasformatrici per sradicare la povertà, proteggere il pianeta e la biodiversità, combattere le disuguaglianze e le ingiustizie, affrontare il cambiamento climatico e costruire un mondo più sostenibile, resiliente e inclusivo, fonte di opportunità ovunque e per tutti.
Le prime misure adottate dopo l’adozione dei 17 obiettivi di sviluppo sostenibile hanno consentito di far evolvere la situazione in alcuni settori e zone geografiche, facendo ben sperare per il futuro.
A livello europeo, la Commissione europea si è fermamente impegnata a realizzare i 17 obiettivi sostenibili, integrandoli nelle politiche e nelle iniziative adottate dall’Unione nel periodo 2016-2020.
Tuttavia, la doppia crisi sanitaria ed economica del Covid-19, le tensioni geopolitiche, il rallentamento della crescita e della produzione mondiale, l’aumento delle ingiustizie e disuguaglianze, il recente conflitto tra Ucraina e Russia, e le catastrofi climatiche hanno compromesso progressi già vacillanti.
Tutti questi effetti combinati fanno sì che molti paesi in via di sviluppo non dispongano delle risorse finanziarie necessarie per raggiungere i 17 obiettivi sostenibili entro il 2030.
Appello a rinnovare l’impegno e ad accelerare l’attuazione dell’Agenda 2030
Gli Stati sono oggi a metà del percorso che deve portarli alla piena realizzazione nel 2030 dei 17 obiettivi di sviluppo sostenibile. Per evitare che gli ODD rimangano un elenco di iniziative incompiute, i Capi di Stato e di governo si sono riuniti il 17 e 18 settembre 2023 presso la sede dell’ONU a New York, per rinnovare il loro impegno e accelerare l’attuazione dell’Agenda 2030.
Attraverso la definizione di una tabella di marcia, la comunità internazionale ha individuato le tre azioni prioritarie da attuare nei prossimi sette anni.
- Aumentare gli afflussi di finanziamenti per il raggiungimento degli obiettivi ODD di 500 miliardi di dollari all’anno entro il 2030
Per raggiungere questo obiettivo sarà necessario prevedere una trasformazione importante del modello economico delle banche multilaterali di sviluppo. Ciò richiede, tra l’altro, una riforma dell’architettura finanziaria internazionale, la promozione di sistemi fiscali equi e il sostegno ai paesi in via di sviluppo per sviluppare le loro capacità produttive.
- Eliminare la povertà e la disuguaglianza
L’eliminazione della povertà estrema costituisce la più grande sfida cui l’umanità deve far fronte oltre che una condizione indispensabile per lo sviluppo sostenibile. Per non lasciare nessuno da parte, bisognerà fissare obiettivi nazionali ambiziosi e destinare gli investimenti prioritari per definire un sistema di sicurezza sociale universale, creare posti di lavoro dignitosi, sviluppare tecnologie digitali e sistemi di istruzione più efficiente, accompagnare la transizione verso le energie rinnovabili, garantire la giustizia climatica per coloro che si trovano in prima linea nonché la parità di genere.
- Preparare gli organi di governance e le istituzioni per mettere in atto la trasformazione sostenibile e inclusiva
Ciò richiede una mobilitazione inedita dei dirigenti e delle istituzioni pubbliche, che devono basarsi sulle norme internazionali in materia di diritti umani e di lavoro e adattare i loro bilanci e le loro politiche alle realtà locali, per raggiungere i 17 obiettivi sostenibili.
Il ruolo delle imprese
Gli Stati non sono gli unici messi in causa. Le aziende sono incoraggiate a concentrarsi sui 17 obiettivi di sviluppo sostenibile e a integrarli nella loro strategia, nelle loro pratiche manageriali e nella progettazione stessa dei prodotti destinati al mercato.
Gli obiettivi ODD offrono un linguaggio comune che può essere molto utile per la definizione di una strategia di RSI, la cui attuazione non può che facilitare lo sviluppo sostenibile e il dialogo con le parti interessate. In tal senso, l’analisi di doppia materialità può rivelarsi uno strumento molto prezioso. Il suo utilizzo permette infatti di selezionare gli ODD in funzione degli impatti, positivi o negativi, che possono aver sull’attività, sulle decisioni degli organi di impresa, sui fornitori e lungo tutta la catena di creazione di valore.
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