La gouvernance promuove l’idea di democrazia all’interno delle organizzazioni economiche e culmina in un principio di efficacità indiscutibile. I poteri di gestione e di proprietà sono separati: al posto dell’opacità e dell’ambiguità, la transparenza si impone.
Da un lato, i dirigenti non devono avere come unico scopo la massimizzazione del profitto, ma hanno il dovere di gestire l’impresa e di assicurarne la continuità, l’efficienza e la perennità sul mercato. Dall’altro lato, gli azionisti, quanto a loro, rafforzano i loro poteri e si danno i mezzi necessari per verificare che i dirigenti hanno agito nell’interesse dell’impresa.
La governance d’impresa affronta le problematiche relative all’evoluzione dei modi di governo, alla gestione delle relazioni di potere all’interno dell’organizzazione e ai modi di risoluzione dei conflitti tra le parti interessate che sono in relazione con l’impresa.
In generale, la governance può definirsi come:
“l’insieme delle misure, delle regole, degli organi di decisione, d’informazione e di sorveglianza “
che determinano coloro che nell’organizzazione hanno il diritto di orientare l’attività e la strategia di impresa.
Tuttavia, questa visione un po’ classica della governance – che presuppone l’esistenza di un mercato perfetto, quando tutti sanno che un tal mercato non esiste – è stata rimessa in discussione.
Le crisi e gli scandali economici-finanziari di questi ultimi decenni hanno condotto le imprese a rivedere il loro approccio in materia di governance. Il tema della governance è divenuto un potente mezzo di creazione di valore e di rafforzamento dell’efficienza e dell’etica all’interno dell’impresa e nelle relazioni con le parti interessate.
Il concetto di valore dell’impresa non si riduce alla realizzazione di benefici in vista della loro distribuzione, ma comprende oramai due aspetti essenziali: la massimizzazione dei benefici a lungo termine e la minimizzazione dei rischi.
Il primo aspetto è connesso alla qualità e alla competenza dell’equipe dirigente, che deve essere capace di prendere le buone decisioni per aumentare il valore dei titoli della società sul mercato. Il secondo aspetto, invece, riguarda la qualità della governance, nel senso che il consiglio di amministrazione e l’equipe di direzione hanno la responsabilità di applicare le misure o meglio i meccanismi in modo da assicurare l’efficace funzionamento dell’organizzazione, della gestione e del controllo dei rischi insiti nell’esercizio dell’attività di impresa.
La minimizzazione dei rischi è sinonimo di una buona governance, di competitività e di stabilità della società, ma anche di buon funzionamento del mercato.
Una visione più ampia della governance d’impresa tende dunque a imporsi. Senza dubbio, questa visione più moderna e contemporanea, mira a realizzare una governance più efficace, responsabile, sicura, ma anche più conforme a l’etica. Di fatto, essa ruota attorno a tre dimensioni: governance, gestione dei rischi e compliance (« GRC »).
L’obiettivo prioritario è di avviare un processo trasparente attraverso l’applicazione di principi, di pratiche, di meccanismi, di criteri (finanziari e extra-finanziari), e di procedure che devono reggere l’organizzazione sul piano dell’efficienza, della gestione dei rischi e dell’etica.
I meccanismi di governance costituiscono, infatti, la dimensione più importante e più decisiva del governo di impresa. La loro valutazione è necessaria per comprendere l’impatto che detti meccanismi hanno sulla strategia di impresa, sul valore dei suoi titoli sul mercato e nelle relazioni con le parti interessate.
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